Un mese di terremoti, la situazione sul Gargano Nord

Aggiornato: 14 aprile 2025 – ore 17:00

Ad un mese dalla scossa principale continuano i terremoti sul Gargano Nord.

La sequenza sismica, avviata lo scorso 14 marzo, con una scossa di Mw 4.8, è tutt’ora ancora in corso, e ha fatto registrare un seguito di 109 aftershock, ovvero scosse secondarie (meglio conosciute come “scosse di assestamento”).

Delle 110 scosse complessive:

  • 6 hanno avuto magnitudo uguale o superiore al 3.0
  • 35 hanno avuto magnitudo compresa tra 2.0 e 2.9
  • 69 hanno avuto una magnitudo uguale o inferiore a 1.9

L’andamento mostra una lenta riduzione del numero di eventi oltre che una riduzione dell’intensità degli stessi.

Di controtendenza, invece, sono state le attività dal 28 marzo al 1° aprile, con 3 eventi di magnitudo superiore al 3.0, avvertiti distintamente dalla popolazione a distanza di due settimane esatte dall’inizio della sequenza sismica. Questa situazione è rimarcata dagli eventi del 1° aprile, in particolare con 4 scosse, tutte superiori al 2.0, due delle quali di 3.8 e 3.2.

Dal 2 aprile si è ritornati al regime precedente al 28 marzo, con scosse più di tipo “strumentali”. Da qui in poi le scosse di maggiore rilievo sono state quelle registrate tra l’8 ed il 9 aprile, rispettivamente si 2.8 e 2.9, ma comunque inferiori al 3.0.

L’attività rimane concentrata nell’area in mare a Nord del Gargano, più precisamente nel triangolo Tremiti-Lesina-Torre Mileto.

Questa zona è ai margini Sud della faglia Tremiti-Vasto-Tocco da Casauria (una delle due faglie che “stringe” il Gargano) che se pur storicamente attiva non ha mai mostrato, in particolare dall’anno 1000 d.C. in poi, eventi sismici rilevanti.

Si tratta di un sistema di faglia trascorrente destra (frattura verticale della roccia che si muove orizzontalmente verso destra) con direzione E-W. Nello specifico la faglia si sviluppa dal settore S-W della Maiella e passa all’incirca lungo il fondovalle Osento in direzione E-W per poi terminare in corrispondenza delle Isole Tremiti. Alla faglia è associata una magnitudo massima pari di 6 Mw.

L’attività che stiamo osservando, dunque, ricade in quella che gli esperti definiscono “normale attività sismica del territorio” con cumuli di energia nel sottosuolo che, raggiunto il limite di resistenza della roccia, vengono rilasciati sottoforma di energia meccanica. Di contro, però, vi è un inconsueto prolungamento della sequenza sismica per questa faglia. La storia geologica ci dice che spesso sequenze sismiche simili hanno portato a eventi di maggiore intensità così come avvenuto prima dei terremoti dell’Umbria/Marche del 1997 e de L’Aquila 2009 (esempi presi tra i maggiori più recenti). Tuttavia queste aree citate hanno una “storia sismica” diversa dalla nostra.

Ad eccezione delle scosse più rilevanti il resto dell’attività sismica non è stato particolarmente percepita dagli abitanti dell’area garganica, nonostante la profondità media dell’ipocentro sia tra gli 8-12 km. Di fatti solo alcune di esse sono state segnalate dai cittadini tramite app o risposte ai quiz dell’INGV “Hai sentito il terremoto?”.

Le scosse al di sotto della magnitudo 2.0, chiamate “scosse strumentali”, sono di difficile rilevazione e potrebbero non essere percepite da tutti, ma solo da persone particolarmente “sensibili” o che si trovano ai piani alti degli edifici.

STORICITA’ DELLA FAGLIA

Esaminando la storia recente di questa faglia vediamo che negli ultimi 5 anni si sono verificati 15 eventi superiori alla magnitudo di 3.0. Due di essi hanno superato il 4.0, ovvero l’evento dello scorso 14 marzo (4.8 Mw) e del 21 giugno 2023 avente magnitudo di 4.1.

Ampliando lo spettro agli ultimi 20 anni (2005-2025) notiamo che gli eventi di magnitudo superiore al 4.0 diventano 6.

Data

Ora (italiana)

Magnitudo

Zona

Profondità

14/03/2025

20:37:14

Mw 4.8

Costa Garganica (Foggia)

8

21/06/2023

17:33:53

Mw 4.1

Costa Garganica (Foggia)

36

06/12/2015

06:28:15

Mw 4.1

Adriatico Centrale (MARE)

19

22/07/2007

19:26:03

ML 4.0

4 km SW Lecce nei Marsi (AQ)

16

10/12/2006

12:03:41

Mw 4.2

Costa Garganica (Foggia)

33

04/10/2006

19:34:20

Mw 4.1

Costa Garganica (Foggia)

37

Per risalire alla scossa più forte registrata su questa faglia dobbiamo tornare indietro al 6 giugno 1892. Qualche informazione in più ci perviene grazie a Mario Baratta (Voghera, 1868 – Casteggio, 1935) che fu un geografo italiano. Tra i suoi molteplici interessi spicca in particolare la sismologia storica, disciplina di cui è considerato il fondatore.

Per Baratta il terremoto della notte del 6 giugno fu la dodicesima scossa di quella sequenza, ovvero quella del “7 VI, 0h 28m ant. circa” ora locale. Il resto del testo di Baratta è il seguente:

La maggiore violenza si manifestò alle Tremiti, ove determinò lesioni in parecchi muri: fu intesa in quasi tutta la provincia di Foggia, in parte di quelle di Bari e di Campobasso e si estese in qualche punto della Basilicata, del Chietino, dell’Avellinese, della Terra di Lavoro. La maggior lunghezza dell’area interessata dalle onde sensibili alle persone, si ebbe lungo la costa dell’Adriatico per un tratto di circa 250 Km, in linea retta da Vasto al confine fra le Provincie di Bari e di Lecce; radiazioni microsismiche giunsero a Benevento, Roma. Rocca di Papa ed a Firenze.”

Baratta, 1901

Dalla descrizione degli effetti si considera che i danni sono avvenuti solo nelle isole Tremiti e con una intensità macrosismica di grado 7 MCS (scala Mercalli-Cancani-Sieberg). L’evento, ad oggi, è stimato al grado 5.06 della scala Richter.

Chiaro come l’evento dello scorso 14 marzo sia tra i più forti nella storia recente (sempre riferito alla faglia in questione, ndr) e che l’avvio di una sequenza sismica come quella che stiamo osservando è del tutto “normale”.

Da notare, infine, come l’andamento delle scosse di magnitudo rilevanti durante questa sequenza sismica si stia spostando verso Est (dir. Torre Mileto) rispetto ai primi eventi del 14 marzo che si mostravano più verso Ovest (Lesina).

Mappa eventi superiori alla magnitudo 2.5 dal 14 marzo ad oggi.

DEFORMAZIONI DEL SUOLO E MAREMOTO

La faglia Tremiti-Vasto-Tocco da Casauria non è classificata tra le “faglie attive e capaci”, ovvero in grado di produrre una significativa deformazione tettonica permanente in superficie.
Nello specifico le linee guida della “microzonazione sismica” approvata dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome del 7 maggio 2015, definiscono le Faglie Attive e Capaci (FAC), quelle faglie che presentano almeno due delle seguenti condizioni preliminari:

  • Si siano attivate almeno una volta negli ultimi 40.000 anni (parte alta del Pleistocene superiore-Olocene);
  • Raggiungano la superficie topografica, producendo una frattura/dislocazione del terreno. Questa definizione si riferisce al piano di rottura principale della faglia (piano su cui avviene la maggiore dislocazione);
  • Ricadano in area epicentrale di terremoti storici con magnitudo Mw ˃ 5.5.

 

Utile ribadire, infine, l’assoluta improbabilità che possa verificarsi un maremoto dettato da questi sismi. La matrice decisionale che detta gli stati di allarme per possibili maremoti prevede che il sistema di alert si attivi qual ora vi fosse una scossa di magnitudo tra 5.5 e 6.0. Con eventi in questo range (5.5-6.0) viene inviato solo il “messaggio di informazione” (verde), mentre per le fasi di Advisory (arancio) e Watch (rosso) è necessario che si verifichino sismi aventi magnitudo superiore al grado 6.0.

L’invito è sempre quello di mantenere la calma e seguire le buone pratiche di protezione civile, in particolare quelle volte alle attività di prevenzione, ricordando che:

  • Il nostro è un territorio sismico e saremo sempre soggetti ad attività sismica, anche con ciclicità;
  • I terremoti non uccidono. Le morti avvengono sempre per mano e per omissioni dell’uomo!