Sequenza sismica sul Gargano, continua l’attività nel sottosuolo

Aggiornato al 20/03/2025 – 13:30

Continua, seppur a bassi regimi, l’attività sismica sul Gargano Nord. Dopo la scossa di terremoto di magnitudo 4.7 registrata lo scorso venerdì sera, 14 marzo, e percepita in molte zone dell’Italia centro-meridionale, si sono susseguite ulteriori 48 aftershock, ovvero quelle che in gergo popolare vengono chiamate “scosse di assestamento”.

Al momento, fortunatamente, sono state solamente 3 le scosse che hanno raggiunto o superato il grado 3.0 della scala Richter:

  • 4.7 del 14/03/2023 ore 20:37
  • 3.7 del 14/03/2025 ore 21:09
  • 3.0 del 19/03/2025 ore 23:41

Sono state 21 le scosse rientranti nel range > 2.0 – 2.9, 24 invece quelle strumentali comprese tra 0.0 e 1.9.

Eventi suddivisi per singolo giorno e per magnitudo
Numero di eventi registrati per singola giornata dalla scossa principale (14 marzo)

L’evoluzione della situazione rimane sotto l’occhio attento degli esperti, perché se è pur vero che il Gargano è una terra rinomatamente sismica è pur vero che di sequenze sismiche simili non ne venivano osservate da tempo.

Contestualmente al Gargano, nei giorni scorsi, vi è stata un’importante scossa vicino Potenza, più precisamente a Vaglio Basilicata, dove la terra ha tremato con una magnitudo di 4.2. Qui le scosse successive sono state appena 4. 

Trema anche la Calabria, la provincia di Catanzaro è stata interessata, dal 13 marzo, da oltre 180 terremoti, di cui 35 superiori al 2.0. La più forte è stata 3.4.

Discorso a parte per i Campi Flegrei. Qui l’attività sismica è dettata dal quella vulcanica e dal bradisismo della zona, dove negli ultimi 90 giorni sono stati registrati diversi sciami sismici, per un totale di 407 scosse, 147 solo negli ultimi 30 giorni. Nell’ultima settimana 3 eventi hanno superato la magnitudo di 3.0.

Il Dipartimento di Protezione Civile, con una nota del 19 marzo, rende noto che attraverso il contributo della Commissione Grandi Rischi, ha avviato da tempo, come ormai noto, una riflessione sull’attuale scala dedicata all’allertamento dei Campi Flegrei per il rischio vulcanico, anche alla luce dei progressi scientifici e tecnologici. Sarà un percorso lungo e con varie tappe.

È bene chiarire che, seppur ravvicinati in termini di tempo e di spazio, questi eventi non sono legati tra loro ma dettati dalle specifiche caratteristiche sismo-tettoniche delle zone interessate.

Ritornando dalle nostre parti è bene ricordare che la Puglia settentrionale, e il Gargano in particolare, sono caratterizzati da una sismicità che si può definire relativamente “moderata”, con eventi abbastanza frequenti ma per lo più di energia medio-bassa.

Il Gargano, lo ricordiamo, è sede del terremoto più violento della storia della Puglia, quello del 30 luglio 1627, con magnitudo 6.7 ed epicentro a San Severo. Fortissime furono anche le scosse del 31 maggio 1646 con epicentro in Foresta Umbra e del 29 gennaio 1657 a Lesina, rispettivamente di 6.6 e 6.4.

Secondo un parere di Andrea Tallarico, professore dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e responsabile scientifico della rete Otrions, “il Gargano è un promontorio di sollevamento circondato da faglie attive, come quelle di Mattinata, Manfredonia e del Candelaro.” – continua affermando che – “le rocce che si trovano in superficie sul Gargano, le troviamo a Bari a più di 3.000 metri di profondità. Quindi nel corso delle ere geologiche il Promontorio si è sollevato molto lentamente. C’è una certa continuità nel tempo di attività sismica, generalmente di bassa energia“.

Tuttavia gli eventi degli ultimi giorni si concentrano in realtà a Nord del promontorio, e più precisamente in mare, nella fascia d’acqua tra Lesina/Torre Mileto e le Isole Tremiti, tra le direttrici delle due principali faglie sismiche che interessano il Gargano.

L’attività sismica potrebbe continuare ancora per i prossimi giorni, con medio-basse possibilità di scosse aventi magnitudo superiore al 3.0, e con scarse probabilità di eventi superiori a quello registrato lo scorso 14 marzo.

Utile ribadire, infine, l’assoluta improbabilità che possa verificarsi un maremoto dettato da questi sismi. La matrice decisionale che detta gli stati di allarme per possibili maremoti prevede che il sistema di alert si attivi qual ora vi fosse una scossa di magnitudo tra 5.5 e 6.0. Con eventi di questa intensità viene inviato solo il “messaggio di informazione” (verde), mentre per le fasi di Advisory (arancio) e Watch (rosso) è necessario che si verifichino sismi aventi magnitudo superiore al grado 6.0.

L’invito rimane sempre quello di non farsi prendere dal panico e seguire le buone pratiche di protezione civile