
Il terremoto di 5.2 a San Diego e l’alert di qualche secondo prima
È vero che a San Diego hanno ricevuto una notifica di allerta 14 secondi prima del terremoto di 5.2?
Si, è vero. Attenzione però, non si tratta di previsione dei terremoti ma piuttosto si tratta di velocità di calcolo.
Partiamo dal terremoto.
Lo scorso 14 aprile alle ore 10:08:33 (ore 19:08 in Italia) nel distretto sismico della California (U.S.A.) è stato registrato un terremoto di magnitudo 5.2 (5.4 Mwp). L’epicentro del sisma è stato individuato nella zona rurale di San Julian, a circa 70 km a NE da San Diego e 32 km dal confine statunitense con il Messico.
L’evento, con profondità di 13,4 km, è stato seguito alcune after-shock di minore intensità, la maggiore di 3.1.

Il terremoto, che non ha provocato danni a persone o cose, ha rappresentato un test per il nuovo sistema “SHAKE ALERT” gestito dall’USGS (principale istituto geosismico statunitense). Di cosa si tratta?
Il sistema di allerta precoce per terremoti ShakeAlert® monitora i terremoti di maggiore intensità e invia avvisi per avvertire che sono in arrivo scosse di forte intensità a breve. Negli Stati Uniti, il sistema ShakeAlert è in fase di sviluppo sugli stati di California, Oregon e Washington e copre un’area abitata da oltre 50 milioni di residenti.
COME FUNZIONA?
Chiariamo subito che ShakeAlert non prevede i terremoti, ma indica che un terremoto è iniziato e che le scosse sono imminenti.
Il sistema è attivo nella West Coast statunitense e si basa su una rete di oltre 2.000 sismografi e sensori gps, distribuiti negli Stati della California, dell’Oregon e di Washington.
Questi strumenti rilevano le onde P, le più rapide generate da un sisma e generalmente meno intense. Quando almeno 4 di questi sensori rilevano il passaggio di una stessa onda, i dati sismici e di posizione vengono immediatamente inviati via wireless al più vicino centro di calcolo che stima pressoché in tempo reale la posizione dell’epicentro e l’intensità del sisma.
Se il sisma raggiunge una magnitudo rilevante, il sistema invia istantaneamente messaggi di allerta via smartphone alla popolazione dei centri urbani non ancora raggiunti dalle onde sismiche avvisando le persone di mettersi a terra, proteggersi e mantenere la posizione (Drop! Cover! Hold on!).

Le notifiche vengono inviate tramite sistema Wireless Emergency Alert (WEA) per magnitudo superiori a 5.0 oppure tramite le app o come notifiche push su dispositivi Android per magnitudo superiori a 4.5.
Con questo sistema, che funziona in maniera simile a IT-alert, è possibile salvare molte vite umane.

Molti partner dell’USGS in California, Oregon e Washington utilizzano già i messaggi ShakeAlert per migliorare la sicurezza pubblica.
Le aziende di distribuzione di acqua e gas, i sistemi di trasporto pubblico e le strutture di emergenza come caserme dei vigili del fuoco e gli ospedali avvisano il personale di intraprendere azioni di protezione come “Abbassati, Copriti e Tieniti forte”. Queste allerte possono dar il via ad azioni automatiche come il rallentamento dei treni, la chiusura delle valvole idriche o di gas, l’attivazione di generatori di riserva, la diffusione di annunci pubblici e altro.
L’allarme ricevuto in California, perché ha funzionato?
Nel caso del terremoto in California del 14 aprile i messaggi sono stati inviati quando le onde sismiche in superficie avevano percorso appena 9 km.
In questo modo gli abitanti di San Diego, città a circa 70 km dall’epicentro a San Julian, sono stati avvisati da ShakeAlert circa 13,9 secondi prima dell’arrivo delle onde sismiche. La città di Escandido (47 km dall’epicentro) è stata avvisata circa 9,2 secondi prima di essere colpita e Santee (42 km) con un anticipo di 7,9 secondi circa.
Ad oggi non è ancora possibile prevedere con esattezza un terremoto, tuttavia la ricerca e lo studio costante ha permesso, e permetterà, di sviluppare conoscenze e tecnologie come ShakeAlert, capaci di salvare vite umane, e non solo, in caso di terremoto.