I cicli e le fasi del sonno


Fonte: Wikipedia, l’enciclopedia libera e Novanight.com

 

Il sonno è una necessità fisiologica, definito come stato di riposo contrapposto alla veglia. Varie definizioni indicano il sonno come “una periodica sospensione dello stato di coscienza“, durante la quale l’organismo recupera energia; stato di riposo fisico e psichico, caratterizzato dal distaccamento temporaneo della coscienza e della volontà, dal rallentamento delle funzioni neurovegetative e dall’interruzione parziale dei rapporti sensomotori del soggetto con l’ambiente, indispensabile per il ristoro dell’organismo. Come la veglia, infatti, il sonno è un processo fisiologico attivo che coinvolge l’interazione di componenti multiple del sistema nervoso centrale e autonomo.

Infatti, benché il sonno sia rappresentato da un apparente stato di quiete, durante questo stato avvengono complessi cambiamenti a livello cerebrale che non possono essere spiegati solo come un semplice stato di riposo fisico e psichico. Ad esempio, ci sono alcune cellule cerebrali che in alcune fasi del sonno hanno un’attività 5-10 volte maggiore rispetto a quella che hanno in veglia.

Due caratteristiche fondamentali distinguono il sonno dallo stato di veglia: la prima è che nel sonno si crea una barriera temporanea percettiva fra mondo cosciente e mondo esterno, la seconda è che uno stimolo sensoriale di un certo livello (ad esempio un rumore forte) può superare questa barriera e far svegliare, ossia far passare in stato di veglia, chi dorme.

Un adeguato sonno è biologicamente imperativo per la maturazione cerebrale infantile e per il sostenimento della vita. Dalla qualità e dalla durata del sonno dipende lo stato di salute psicofisico dell’individuo. I disturbi del sonno, come ad esempio l’insonnia sono presenti in molte patologie psichiatriche, nelle quali la privazione del sonno ha un notevole impatto sulla qualità della vita della persona.

 

Le fasi del sonno

Il sonno presenta un’alternanza regolare di fasi non-REM e REM costituita da cicli di durata simile tra loro. Dopo essersi addormentato il soggetto passa progressivamente dallo stadio 1 del sonno non-REM allo stadio 2, dopodiché passa allo stadio 3 o allo stadio 4 sonno ad onde lente e quindi, tra i 70 e i 90 minuti dopo l’addormentamento, si verifica la prima fase di sonno REM che dura circa 15 minuti. Alla fine della prima fase di sonno REM si conclude il primo ciclo che dura all’incirca dagli 80 ai 100 minuti.

Dopo il primo ciclo, se ne susseguono altri di durata piuttosto costante ma dove il sonno REM tende ad aumentare in durata a scapito del sonno non-REM, in particolare degli stadi 3 e 4 (sonno non-REM profondo) che si fanno più brevi. Durante la notte, alla fine, il sonno REM costituisce circa il 25% della durata totale del sonno. È possibile che tra i vari cicli vi siano momenti di veglia. Il periodo di sonno viene rappresentato graficamente mediante gli ipnogrammi che illustrano il succedersi delle fasi di veglia e sonno in rapporto al tempo.

Oggi al posto della suddivisione in quattro stadi è molto più comune la nomenclatura in tre fasi (N1, N2 e N3) adottata dall’American Academy of Sleep Medicine nel 2007 sulla base dell’aspetto e delle frequenze delle oscillazioni dell’EEG, nella quale la fase N3 riunisce gli stadi 3 e 4 ambedue caratterizzati dalle stesse grandi onde lente, anche se in percentuale diversa.

Fase NRem

Nel 1953 gli studiosi Eugene Aserinsky e Nathaniel Kleitman hanno scoperto la presenza di movimenti oculari rapidi durante il sonno: questa importante scoperta ha permesso di differenziare il sonno in una fase con movimenti oculari e in una fase caratterizzata dalla loro assenza.

Infatti, la prima macro-fase del sonno, occupante circa il 75% del sonno totale, è la cosiddetta fase non-Rem ovvero in cui non sono presenti movimenti rapidi oculari, che si compone a sua volta di 4 fasi dalla durata di un minimo di 5 minuti ad un massimo di 15 minuti. Nel passaggio da una fase all’altra il sonno si fa via via più profondo.

Stadio 1: addormentamento

Si tratta della fase che gradualmente permette all’organismo di passare dallo stato di veglia al sonno e si caratterizza per l’abbassamento della temperatura corporea, il rilassamento parziale della muscolatura (i muscoli, infatti, non sono ancora del tutto distesi) e dal rallentamento del battito cardiaco. Inoltre, i movimenti oculari non sono rapidi, segnale che l’attività cerebrale diminuisce lentamente.

In questo primo stadio, che va dalla veglia all’addormentamento, le onde cerebrali Beta, che caratterizzano lo stato di veglia, vengono sostituite dalle onde Alpha. Quest’ultime sono tipiche dello stato di rilassamento profondo, non ancora ascrivibile al sonno vero e proprio: hanno una frequenza dagli 8 ai 13 hertz, caratteristica della veglia ad occhi chiusi e dei momenti che precedono l’addormentamento.

Stadio 2: sonno leggero

In questa seconda fase la frequenza cardiaca continua a rallentare, preparando così l’organismo ad entrare nello stadio di sonno vero e proprio in cui i movimenti degli occhi sono quasi del tutto assenti. Si è dunque completamente addormentati, la muscolatura è completamente distesa e il respiro è molto profondo.

Lo stadio 2 si caratterizza per le onde cerebrali Theta, strettamente legate alle nostre capacità riflessive e immaginative nonché al sonno: recenti studi scientifici hanno rilevato come le onde Theta possano alleviare lo stress e diminuire l’ansia nei soggetti che ne soffrono e facilitare un profondo relax sia fisico che mentale.

Inoltre, si attesta la presenza dei complessi K e dei fusi del sonno: i primi sono onde bifasiche che hanno la funzione di abbassare l’eccitazione corticale del cervello e di consolidare la memoria; i secondi perdurano per tutte la fase del sonno non-Rem e hanno il compito chiave di inibire l’elaborazione di informazioni non necessarie così da garantire il giusto rilassamento all’organismo.

Stadio 3: sonno profondo

Con la terza fase si entra nel sonno profondo: se infatti si venisse svegliati in questo momento, si proverebbe una sensazione di confusione e di disorientamento poiché il metabolismo è molto lento e le onde cerebrali ampie. Alle onde Theta, si affiancano le onde Delta, più lente, regolari e dall’ampiezza maggiore, la cui frequenza è di 0,1-3 hertz. Questo tipo di onda è tipico del sonno profondo senza sogni e risulta strettamente legato ad attività involontarie dell’organismo come il battito cardiaco o la digestione.

Stadio 4: sonno profondo effettivo

Nel corso dell’ultima fase Nrem, le onde Theta vengono completamente sostituite da quelle Delta, responsabili del rilassamento più profondo e dell’attività della mente inconscia. Il movimento oculare è molto lento e la temperatura del corpo scende ulteriormente. È la fase Nrem del sonno in cui l’organismo si rigenera e si ripristinano le riserve metaboliche.

Fase Rem

La fase Rem è definita anche stadio del sonno paradosso: nonostante ci si trovi in una fase di sonno profondo, l’attività cerebrale si risveglia con un’alternanza di onde Theta, Alpha e Beta, mentre gli occhi cominciano a muoversi rapidamente (da qui il nome Rapid eye movement).

In questo stadio di sonno attivo si presentano i sogni, accompagnati da un aumento graduale, ma sensibile del flusso sanguigno, della respirazione e dell’attività cerebrale. Infatti, dal monitoraggio di soggetti in fase rem, l’elettroencefalogramma ha messo in luce come il cervello sia attivo come in stato di veglia tanto che si consumano ossigeno e glucosio come se si fosse svegli.

Inoltre, una delle caratteristiche di questa fase è che la muscolatura di gambe e braccia è come paralizzata. Questo fenomeno di “atonia” muscolare, ancora non del tutto spiegato, è probabilmente una risposta protettiva dell’organismo nei confronti dei sogni, ossia ha la funzione di impedire movimenti avventati e imprevedibili, eventualmente generati dal sogno.

Le fasi Rem e non-Rem si alternano circa 4-5 volte nel corso della notte per una durata complessiva di un’ora e mezza, determinando i cosiddetti cicli del sonno. Oltre ad una durata adeguata, affinché il sonno sia rigenerante e riposante, è necessario che sia rispettata questa struttura ciclica caratterizzata dall’alternanza di fasi.

Curiosità: i sogni lucidi

Il sogno è un fenomeno psichico legato alla fase Rem del sonno, durante la quale l’attività cerebrale è paragonabile a quella di veglia e si caratterizza per la percezione di immagini, pensieri, emozioni che chi sogna percepisce come reali, benché non lo siano. Talvolta, però, accade che durante il sogno improvvisamente ci si accorga che si sta sognando: si tratta del cosiddetto sogno lucido in cui si è consapevoli dello stato onirico, durante il trascorrere del sogno stesso.

Si parla di onironautica quando si ricerca volontariamente la lucidità all’interno dei sogni, fenomeno sempre più diffuso come tecnica meditativa e di ricerca spirituale. I sogni lucidi, infatti, possono avvenire sia spontaneamente – ad esempio quando avviene un evento irrazionale che dà il segnale che si tratta di un sogno – che volontariamente, apprendendo tecniche per indurre i sogni lucidi.

Pennichella

La pennichella è un breve sonnellino pomeridiano di una persona adulta che si tiene di solito dopo il pranzo (postprandiale), considerata pratica normale nelle culture preindustriali, ma ancora oggi diffuso soprattutto nei Paesi caldi nelle ore più torride con nomi diversi (siesta, power nap, inemuri). È caratteristica del sonno bifasico. Questa abitudine, normale nell’infanzia, nell’età adulta sembra favorita oltre che dai climi e dalla cultura anche da predisposizione genetica. In Cina diverse aziende hanno regolamentato questa abitudine fornendo un materasso sotto la scrivania dei dipendenti.