Gargano promontorio di sollevamento circondato da faglie attive: è la zona della Puglia più esposta ai terremoti
Fonte articolo: FoggiaToday
Le osservazioni del geologo dell’Osservatorio Sismologico dell’Università di Bari, Nicola Venisti, sull’attività sismica sul Gargano all’indomani della scossa di terremoto di magnitudo 4.1 con epicentro a 18 km dalle Isole Tremiti
All’indomani della scossa di magnitudo 4.1. con epicentro a 18 km dalle Isole Tremiti, il geologo dell’Osservatorio Sismologico dell’Università di Bari, Nicola Venisti, a Foggiatoday si limita ad osservare come il Gargano sia la zona più esposta della Puglia al manifestarsi dei terremoti.
E’ un promontorio di sollevamento circondato da faglie attive, come quelle di Mattinata, Manfredonia e del Candelaro. “Le rocce che si trovano in superficie sul Gargano, le troviamo a Bari a più di 3mila metri di profondità. Quindi nel corso delle ere geologiche il Promontorio si è sollevato molto lentamente. C‘è una certa continuità nel tempo di attività sismica, generalmente di bassa energia” sottolinea.
La parte Nord del Gargano, lo ricordiamo, è sede del terremoto più violento della storia della Puglia: del 30 luglio 1627 con epicentro a San Severo. Fortissime sono state anche le due scosse del 31 maggio 1646 con epicentro in Foresta Umbra e del 10 agosto 1893 a Mattinata, tra il monte Saraceno e il Porto.
“Il Gargano è una zona attenzionata, non a caso in Puglia si sta facendo la microzonazione sismica dei comuni, in tutto 84, che coinvolge Università, Cnr, Asset, Protezione Civili e liberi professionisti geologi e ingegneri. Buona parte dei documenti presentati sono stati già validati. Ci permetterà di comprendere quelli che possono essere gli effetti al sito in seguito ai terremoti, a prescindere da dove si verificano. In un ambito di pianificazione territoriale. L’obiettivo è sempre la prevenzione, dobbiamo acquisire questa cultura per arrivare preparati e pianificare meglio” evidenzia il prof. Venisti.
Per quanto riguarda invece i terremoti che si verificano nell’Adriatico, il geologo-sismologo fa notare come il mare si trovi compresso tra l’Appennino che spinge da Ovest e i Balcani che spingono da est. Quando le due catene montuose si incontrano, sotto il loro peso la placca Adriatica tende a cedere e a fratturarsi.
Da un paio di anni presso il dipartimento dell’Università di Bari c’è una sezione staccata dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l’ente con sede a Roma preposto alla sorveglianza sismica. Il prof. Andrea Tallarico è il responsabile del progetto Otrions.
Scopo principale della rete sismica costituita da 12 stazioni – ciascuna realizzata ponendo in un pozzetto superficiale un sensore sismico a tre componenti che è collegato ad un acquisitore – è di registrare tutta la sismicità del Gargano. L’energia elettrica necessaria al funzionamento del sistema viene fornita mediante un pannello solare. La rete sismica copre un’area di circa 10 x 10 km2 ed è pertanto adatta alla localizzazione degli eventi sismici di piccola magnitudo.