Funerali Papa Francesco, l’impegno del sistema di Protezione Civile

 

Sono state almeno 250.000 i fedeli complessivamente entrati in questi giorni nella Basilica di Sa Pietro in vaticano per rendere l’ultimo saluto al Papa Francesco venuto a mancare il 21 aprile scorso. Sono invece 200.000 i fedeli che hanno partecipato alla cerimonia funebre in Piazza San Pietro, a questi vanno aggiunti tutti coloro che erano dislocati lungo il tragitto che percorrerà il corteo funebre, fino alla basilica di Santa Maria Maggiore, dove avverrà la tumulazione. Questi sono i dati resi noti dalla Sala stampa vaticana. 

Il Consiglio dei ministri ha affidato al Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabio Ciciliano, il coordinamento delle azioni correlate alle esequie del Santo Padre, che si sono svolte oggi, sabato 26 aprile alle ore 10.00, in piazza San Pietro, e alla successiva cerimonia di intronizzazione del nuovo Pontefice. In particolare, il Capo del Dipartimento ha il compito di coordinare le attività connesse a mobilità, accoglienza e assistenza, anche sanitaria, della popolazione e a tutto quanto occorra a garantire lo svolgimento di tali eventi, in raccordo con il Prefetto di Roma, il Commissario di Governo per il Giubileo, il Presidente della Regione Lazio e il Sindaco di Roma.

Sono oltre 3.000 i volontari di protezione civile – giunti a Roma da ogni parte d’Italia per dare supporto alla comunità di fedeli – impegnati nella preziosa attività di presidio e di informazione in piazza San Pietro, presso i varchi di accesso e lungo il percorso nel quale si snodano le file di pellegrini.

Ai fedeli è garantita una piena assistenza anche di tipo sanitario, grazie alla presenza di Posti Medici Avanzati per gestire eventuali necessità nei punti nevralgici e in particolare nei pressi delle Basiliche di San Pietro e di Santa Maria Maggiore. Una rete di ambulanze e di personale dedicato, inoltre, è stata operativa sul territorio cittadino e dislocata lungo il percorso che percorso dal feretro di Papa Francesco.

Un evento delicato e straordinario che prevede una attenta pianificazione dei flussi e un rafforzamento dei servizi di sicurezza, viabilità e scorta delle delegazioni ufficiali in arrivo a Roma.

L’allerta terrorismo è stata sempre alta, e le misure di sicurezza attorno a piazza San Pietro sono state abbastanza sofisticate. Tra le tecnologie più all’avanguardia impiegate per proteggere l’area spiccano i cosiddetti bazooka anti-drone. Non si tratta di armi belliche nel senso tradizionale, ma di strumenti elettronici avanzati progettati per intercettare e disattivare droni non autorizzati. In caso di intrusione, questi dispositivi – simili a piccoli cannoni – interrompono il collegamento radio tra il drone e il suo operatore, costringendo il velivolo a un atterraggio sicuro e controllato. Una risorsa preziosa, soprattutto in contesti ad alta affluenza o in presenza di figure istituzionali, dove anche un piccolo sorvolo può trasformarsi in una potenziale minaccia.

Fonte foto: FLICK – Dipartimento Protezione Civile